In un’epoca in cui il benessere fisico è ormai diventato a ragione una bandiera per ogni età e classe sociale la scherma ha pregio di poter attirare alla sua pratica oltre che i bambini, anche persone adulte, i c.d. “master” . Infatti chi nella vita stressante di oggi non può reputare benefico “scaricare” l’aggressività accumulata durante una giornata di lavoro sia con il movimento ma ancor più “combattendo” contro un avversario? Chi può dubitare degli indubbi benefici che un pensiero strategico accoppiato a un movimento coordinato apporta al cervello? In effetti la scherma non è solo una disciplina sportiva emergente per i successi degli atleti italiani alle Olimpiadi e nelle gare internazionali, è anche uno sport capace di aiutare i ragazzi a sviluppare le capacità motorie, di coordinazione e di autocontrollo, è formativo della personalità di chi lo pratica, perché riproduce le vicissitudini della vita con i suoi alti e bassi,
Essendo uno sport individuale è implicito che lo schermidore debba trovare in se stesso la forza per superare gli ostacoli e aver coscienza che i pietismi non producono risultati.
Esso insegna a dare il giusto valore alle cose, educando a non abbattersi nella sconfitta, reagendo per ribaltare la situazione al fine di tornare alla vittoria, e a non esaltare oltre i giusti limiti il successo per la consapevolezza che, se mal gestito, é facile tornare al punto di partenza. E’ uno sport nel quale il fisico atletico, pur se importante, non ha sempre la predominanza ma è anzi affiancato, con pari dignità, dalle capacità psichiche che possono a volta supplire a non eccelse doti atletiche.
La gara é una imitazione del duello e di conseguenza la psicologia dello schermidore é simile a quella di chi si giocava il tutto per tutto nel momento della verità. Le conseguenze formative di questo sport portano a fare dello schermidore un atleta agile, forte e dai riflessi pronti, ricco di intuito, coraggio, capacità decisionale e dalla forte personalità.